Si è concluso sabato 26 marzo il primo incontro dedicato a una nuova frontiera del diritto, il Diritto di Relazione ideato dall'avvocato Teresa Laviola e dall'artista e pedagogista Massimo Silvano Galli, entrambi mediatori e docenti del Centro Italiano di Mediazione (CIM) Gruppo Firera & Liuzzo.
L'incontro ha visto la presenza di importanti relatori, come il Presidente della Sezione Civile del Tribunale di Pescara, Angelo Bozza che ha aperto il convegno con una prolusione che è anche una speranza: "La giustizia che ascolta - La ricerca degli interessi come strumento per perseguire e soddisfare il bisogno di giustizia". Nel suo intervento il Presidente Bozza non ha mancato di riferirsi alla recente introduzione della mediazione in Italia come sistema di risoluzione dei conflitti invitandoci a cogliere questa novità come un'importante occasione di rinnovamento culturale e civile.
Più critico Giovanni Manieri, Consigliere dell’Ordine forense di Pescara, che è intervenuto su ‘La Mediazione, nuova frontiera del diritto’, sollevando non poche perplessità non in merito alla mediazione in quanto tale, ma rispetto alla sua traduzione nella attuale formulazione di legge.
Maria Chiara Gentile, avvocato e mediatore familiare, ci ha invece aiutato a riflettere su "La gestione distruttiva del conflitto nei procedimenti giudiziali ed extragiudiziali" spiegandoci le modalità con cui il conflitto spesso divampa e la necessità di ristrutturare questi conflitti in forme costruttive capaci di dare continuità alle relazioni che li sottendono, soprattutto quando queste sono determinanti al benessere esistenziale, come quelle familiari, di vicinato, amicali, etc.
Un altro importante contributo è giunto dal rappresentante del Consiglio Nazionale Forense: Alarico Mariani Marini, che con il suo intervento sulla "Funzione sociale dell’avvocato e deontologia nella gestione della conflittualità intra ed extraprocessuale", ha aperto un interessantissimo momento di analisi sulla fondamentale figura dell'avvocato nella società odierna, una figura che in parte va più adeguatamente riconosciuta dalla società stessa e, in parte, va più adeguatamente rappresentata dagli avvocati stessi.
Infine, i promotori del seminario, Massimo Silvano Galli, con "La mia legge è l’Altro" e Teresa Laviola con il "Diritto di relazione" hanno chiuso i lavori ritornando al tema centrale: la necessità di ristabilire una fondamentale relazione in ogni procedimento che volga verso un qualche tipo di giustizia, poiché, come ha ricordato lo stesso Galli nel suo intervento: "La natura del diritto è ineluttabilmente relazionale; senza relazione, infatti, non c’è diritto, poiché verrebbe meno il rapporto dialogico che ogni diritto è chiamato a regolare. Conseguentemente, quando la relazione nelle dinamiche di concretizzazione del diritto è mortificata, è il diritto stesso a venire meno e a dover essere messo in discussione". "Riportare la relazione nei procedimenti giudiziali," ha infine concluso Laviola, "significa dare effettività ai principi del giusto processo sancito dall'art. 111 della nostra Costituzione per dare reale applicazione ai diritti fondamentali e umani".